Career: Odontoiatra
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L’evoluzione che ha interessato la radiologia in medicina è paragonabile a ciò che è successo nel campo della fotografia con il passaggio dalla pellicola al digitale.

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La radiologia moderna (it.wikipedia.org/wiki/Ortopantomografia), infatti, ha messo a disposizione degli odontoiatri e dei pazienti strumenti molto efficaci per la diagnosi generale e per la pianificazione della chirurgia orale e maxillo-facciale. Il passaggio alle immagini digitali ha permesso una drastica riduzione della dose di radiazioni assorbita dai pazienti per ottenere immagini di qualità.

Solo dieci anni fa la TAC delle mascelle (più comunemente nota come Dentascan) veniva richiesta solo per i casi più complessi, oggi, grazie alle TAC volumetriche a basso dosaggio, possiamo considerarla come un esame di routine nella pianificazione della quasi totalità degli interventi di implantologia. La conseguenza principale è che abbiamo la possibilità di simulare gli interventi chirurgici su un paziente virtuale, valutando con precisione la presenza delle strutture anatomiche da rispettare (previsualizzando “dall’interno” il risultato del nostro lavoro), che eseguiremo poi con maggiore precisione e sicurezza.

Anche l’implantologia “guidata” ha fatto grandi passi avanti, garantendo oggi un elevato livello di affidabilità, legato alla maggior precisione delle immagini 3D (ottenute tramite TAC volumetrica) su cui si basa la progettazione e la realizzazione delle guide chirurgiche che l’implantologo userà per inserire gli impianti.

La qualità delle radiografie digitali endorali (le comuni radiografie del dentista), delle ortopanoramiche e di tutte le radiografie di impiego comune in odontoiatria ha finalmente raggiunto (e forse superato) quella delle radiografie tradizionali, con il vantaggio di una considerevole riduzione della dose di raggi assorbita dai pazienti. Fermo restando che una radiografia deve essere eseguita solo a fronte di una reale necessità, l’esposizione necessaria per eseguire una radiografia orale digitale è circa un decimo di quella necessaria per la stessa radiografia in versione chimica, con evidenti ricadute sulla sicurezza di grandi e (soprattutto) piccini.

Da non dimenticare, infine, che la tecnologia digitale non necessita di bagni chimici per lo sviluppo delle immagini, che son difficili da smaltire e comunque altamente inquinanti.